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SA Sardegna | Dichiarati due archivi di grande importanza per la storia della prima metà del Novecento

La Soprintendenza archivistica della Sardegna ha dichiarato due archivi di rilevanza straordinaria per la storia della prima metà del Novecento italiano: quello di Gavino Gabriel (1881 – 1980), poliedrico compositore e primo direttore della Discoteca di Stato, e quello del gen. Nino Salvatore Villa Santa (1884 – 1960), segretario personale di Emanuele Filiberto duca D'Aosta e poi capo del Tribunale supremo militare.

Archivio di Gavino Gabriel

Conservato a Tempio Pausania, a breve sarà donato al Comune. Comprende carteggi con esponenti del mondo culturale del primo Novecento (tra cui Gabriele D’Annunzio e Giuseppe Prezzolini), numerosi diari, appunti e studi di interesse musicologico anche relativi al suo lungo soggiorno in Eritrea, rassegne stampa, spartiti manoscritti, stampe fotografiche. Completano l’archivio un ricco fondo sonoro comprendente raccolte di musiche di tradizione orale sarda e incisioni discografiche di canti interpretati dallo stesso Gabriel (1 ml ca.) e una piccola biblioteca organica all’archivio.

Gavino Gabriel (Tempio Pausania, 15 agosto 1881 – Roma, 28 novembre 1980) è stato un compositore, etnomusicologo, musicista, regista e scrittore, profondamente legato ad alcuni tra gli eventi e le personalità più rilevanti del Novecento italiano. Si laurea in lettere a Pisa nel 1905, lavora a Firenze presso la Biblioteca Filosofica, collabora alla “Voce” di G. Prezzolini. Nel 1910 pubblica sulla “Rivista musicale italiana” il suo primo lavoro di carattere etnomusicologico: Canti e cantadori della Gallura. Nello stesso anno si reca a Londra per un ciclo di conferenze-concerto sul tema del folklore musicale sardo, che amplia e ripropone in Italia tra il 1911 e il 1916. Tra il 1913 e il 1914 presenta al teatro Filangieri di Torino e al Lyceum di Milano l'opera lirica “La Jura”.

Ufficiale di fanteria durante la I guerra mondiale, al rientro a Tempio assume l’incarico di  dirigente dell’Associazione nazionale combattenti di Tempio, organizzazione che successivamente confluirà nel Partito sardo d’azione.

Nel primo dopoguerra torna a dedicarsi ai suoi interessi etnomusicologici: nel 1921 porta a Roma, al teatro Quirino, con vastissima eco di stampa, il gruppo vocale “I cinque tasgiadori [cantori] di Aggius”. A quell'anno risale l'amicizia con D'Annunzio, testimoniata in seguito da una fitta corrispondenza. Sempre nel 1921 si fa promotore presso il Consiglio superiore per le Belle arti di una Discoteca Etnica Nazionale, ma la proposta non viene realizzata per mancanza di fondi. Tra il 1922 e il '25 tiene conferenze dimostrative sulle nuove tecnologie di riproduzione sonora e in particolare sul grammofono educativo, promosse dall’allora ministro Gentile, e pubblica manuali didattici a uso scolastico. Fa conoscere la tradizione musicale sarda incidendo per “La Voce del padrone”. A Milano frequenta Pirandello ed Ettore Romagnoli, collaborando alla “Sala Azzurra”, uno dei primi teatri d’avanguardia.

Nel 1932 è chiamato a ricoprire la carica di primo direttore della Discoteca di Stato, istituita a Roma nel 1928, e in quel ruolo intervista e incide le voci delle più insigni personalità dell'epoca: Balbo, Badoglio, Marconi, Pirandello, Deledda, Gentile.

L’incarico si interrompe qualche anno dopo e Gabriel decide di cambiare vita trasferendosi in Eritrea: ci resterà dal 1936 al 1953, dirigendo la Biblioteca governativa (diventando nel 1941, con l’avvento delle forze armate britanniche, Head of Research Section), operando come giornalista del quotidiano di Asmara “La Nuova Eritrea”, insieme a Indro Montanelli, e attivando una stazione radio. Curerà inoltre il recupero di 72 quintali di documenti dell’archivio coloniale eritreo, attualmente conservati presso l’Archivio storico storico diplomatico del Ministero degli affari esteri (cfr. Uras, Carteggio, p. XLIII).

Tornato in Italia riprende l'attività saggistica e divulgativa. Il ministero della Pubblica Istruzione gli commissiona una raccolta di documenti etnografici italiani, che si inaugura nel 1954 con una sua pubblicazione sui canti popolari sardi, e un Corso di educazione musicale in disco (1962): un supporto didattico che verrà adottato nelle scuole medie italiane. Promuove più volte, fin dal 1954, la realizzazione in Sardegna di una Fonofilmoteca Etnografica Sarda. Prosegue fino al 1976 la sua attività giornalistica e saggistica, per ritirarsi infine a vita privata e morire quasi centenario.

        

 

Archivio del gen. Nino Salvatore Villa Santa

L’Archivio privato della famiglia Villa Santa è in massima parte costituito da un ricco nucleo di documenti riferiti all’attività di Nino Salvatore Villa Santa e comprende una ricca corrispondenza con i Savoia e con numerose personalità del mondo politico (tra gli altri, D’Annunzio, Del Bono, De Cesare), encomi e onorificenze, fonogrammi militari, appunti,  proclami e volantini di guerra, un interessantissimo corpus di documenti relativi all’esperienza coloniale, inclusa una monumentale bibbia pergamenacea in lingua amarica, e un notevole apparato fotografico costituito da ca. 1500 stampe di vario formato relative alla I guerra mondiale, alla guerra in Abissinia e a particolari eventi della diplomazia della prima metà del Novecento, oltre a una piccola biblioteca organica all’archivio, legata all’esperienza professionale e di ricerca di Nino. Notevolmente interessante la parte dei documenti riferibili alla I guerra mondiale, tra i quali spicca l’originale con sottoscrizione autografa del Generale Diaz del Bollettino di Guerra n. 1268 del 4 novembre 1918, noto come “Bollettino della Vittoria”: tali beni furono donati a Nino Salvatore Villa Santa da Emanuele Filiberto duca d’Aosta nel 1927 per il costituendo “Museo del Risorgimento”, insieme a un’ampia raccolta di manufatti e cimeli della Grande Guerra dichiarati di interesse culturale storico-artistico nel 2011.

Nino Salvatore Villa Santa (Cagliari, 9 giugno 1884 – 23 settembre 1960) è stato generale di fanteria, segretario personale in guerra del duca D'Aosta e successivamente, dal 1939 al 1943, presidente del Tribunale supremo militare.

Figlio di Giuseppe e di Maddalena Martinetti, frequenta l’Accademia militare di Modena e assume nel 1904 il grado di sottotenente di fanteria. Nel 1911 prende parte alla guerra italo-turca e viene promosso capitano per merito di guerra. Durante la I guerra mondiale presta servizio presso il comando di diverse divisioni del VI Corpo d'armata. Nel 1918, a 34 anni, è il più giovane colonnello d’Italia. Fu per oltre un decennio (dal 1920 al 1931) il segretario del duca d'Aosta Emanuele Filiberto: i due uomini furono legati da un rapporto di confidenza testimoniato da un vasto epistolario. Tra il 1924 e il 1927 è direttore esecutivo dell'Opera Nazionale di Assistenza all'Italia Redenta, e dal 1927 al 1929 comandante dell'83º Reggimento fanteria "Venezia". Capo di Stato maggiore del Corpo d'armata di Verona tra il 1931 e il 1932, poi generale di brigata a Palermo. Nel 1935 parte per l’Eritrea al comando della 19ª Divisione fanteria "Gavinana" e allo scoppio della guerra d'Etiopia partecipa alla conquista di Adua. E’ promosso generale di divisione nel 1937, nel 1939 elevato al rango di generale di corpo d'armata e nominato Presidente del Supremo Tribunale militare, ruolo che ricopre fino all'armistizio dell'8 settembre 1943. Insignito da Umberto II del titolo nobiliare di conte nel 1946, torna in Sardegna dove si occupa fino alla morte della gestione della sua azienda agricola nel territorio di Sanluri (SU).

Fin dalla giovinezza l’impegno nell’esercito si accompagna alla passione per lo studio: si laurea in legge a 24 anni, poi in Lettere e in Scienze politiche. È autore di tre monografie di interesse socio-economico sulla Sardegna, pubblicate tra il 1908 e il 1914: Ogliastra e Barbagia. Note sulle condizioni economiche del circondario di Lanusei, Cagliari, 1908; Il disagio economico della Sardegna, Cagliari, 1909; Le condizioni economiche di un circondario della Sardegna, Lanusei. Con uno studio introduttivo sul disagio economico della Sardegna, Torino, 1914.

     

 



Ultimo aggiornamento: 28/05/2024