Grazie all'utilizzo della tecnologia per lo sfruttamento delle risorse naturali le comunità umane dispongono oggi di tante e diverse fonti per la produzione dell'energia utile allo svolgimento delle proprie attività. Le risorse su cui le società hanno fatto affidamento nei secoli passati erano inizialmente più limitate ma, mettendo in comune capacità fisiche e intellettuali, gli uomini hanno via via organizzato le condizioni economiche, tecnologiche e politiche per avere l'energia di cui necessitavano. E così, ovviamente, è accaduto anche nel territorio pordenonese.
Partendo dallo sfruttamento delle risorse boschive non solo per il taglio del legname ma anche per la produzione di carbone, le carte in mostra faranno scoprire ai visitatori le modalità di utilizzo dell'energia meccanica dell'acqua all'interno delle attività produttive più antiche. Altro tema affrontato, decisamente molto attuale, sarà quello delle difficoltà connesse all'approvvigionamento dei combustibili utili alla produzione industriale e allo svolgimento delle semplici attività quotidiane nei periodi storici di maggiore crisi a livello internazionale.
Documentati saranno inoltre l'impiego e la diffusione dell'energia elettrica e la nascita delle prime centrali idroelettriche; alla fine di questa storia, ovviamente, la tragedia del Vajont e una riflessione sui rischi connessi al depauperamento delle risorse ambientali condotto in nome del progresso e dell'arricchimento di pochi.
La mostra, allestita nelle sale dell'Archivio di Stato di Pordenone (in via Montereale 7), sarà visitabile su prenotazione.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0434 364356, as-pn[at]cultura.gov.it (lasciando un recapito telefonico).
Rimane fortemente consigliato l'utilizzo della mascherina.