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Direzione generale Archivi

Archivio di Stato di Bologna | Al via le iniziative per celebrare i suoi 150 anni

In occasione del 150esimo anniversario della sua istituzione, l’Archivio di Stato di Bologna vuole aprirsi alla Città, proponendo un ricco calendario di iniziative e mettendo a disposizione dei suoi utenti e di tutti i cittadini uno spazio nuovo o, meglio, ritrovato: il Chiostro dei Celestini.

La presentazione del programma delle iniziative presso la Sala Cencetti dell'AdS di Bologna.

Il Chiostro, che affaccia sull’omonima, centralissima piazza, non era mai stato aperto al pubblico ed è stato appositamente restaurato e allestito, con l’obiettivo di trasformarlo in un luogo condiviso, dove sarà ospitato un ricco e variegato calendario di eventi e di proposte culturali che si svolgeranno durante tutto l’anno di celebrazioni.
Le iniziative, che andranno dalle mostre fotografiche e documentarie agli spettacoli teatrali, dai percorsi immersivi ai laboratori didattici, vedranno il sostegno e il coinvolgimento attivo di numerosi sostenitori, Istituzioni patrocinatrici e media partner, e si svolgeranno nel corso di un intero anno, a partire dalla primavera. L’intento è quello di rivolgersi a un ventaglio di diversi pubblici, non solo a quello specialistico, rivolgendo un’attenzione speciale ai più giovani per cui saranno pensati degli eventi ad hoc.
Il programma delle iniziative è stato presentato, presso la sala Cencetti dell’Archivio di Stato di Bologna, dal Direttore generale Archivi del Ministero della Cultura, Antonio Tarasco e dalla Direttrice ad interim dell’Archivio di Stato di Bologna, Candida Carrino, alla presenza di Elena Di Gioia, Delegata alla cultura di Bologna e Città metropolitana.
Nella conferenza stampa è stato presentato al pubblico il nuovo logo dell’Archivio di Stato di Bologna, che ne accompagnerà la comunicazione in questo anno di celebrazioni.

Antonio Tarasco, Direttore generale Archivi. 

Antonio TarascoCandida Carrino, Elena Di Gioia.

Candida Carrino, Antonio TarascoElena Di Gioia.

   

Da sinistra a destra: il Chiostro dei Celestini, il nuovo logo dell'Archivio di Stato di Bologna e una sala studio.

Alle origini dell’Archivio di Stato di Bologna
Con R.D. 22 ottobre 1874, n. 2256
, si disponeva l’istituzione di un Archivio di Stato nella città di Bologna.
Si trattava dell’ultimo atto di un processo culturale che aveva visto impegnati alcuni degli ambienti bolognesi più sensibili alle tematiche culturali e storiografiche, primo fra tutti la Deputazione di Storia Patria, che aveva allora in Giosuè Carducci il proprio segretario.

Per i bolognesi, inoltre, si trattava di un approdo importante per quel patrimonio di memorie cittadine, disperso e ora finalmente riunito nei locali dell’antico Ospedale della Morte (all’angolo tra via Archiginnasio e via de’ Musei), dove si concentravano – oltre alle carte del neonato Archivio di Stato – anche i volumi della Biblioteca dell’Archiginnasio e i cimeli del Museo Civico.

Un patrimonio che racconta la città e il suo territorio, nel cuore della Bologna medioevale
Oggi l’Archivio di Stato di Bologna, dopo il trasferimento iniziato negli anni Quaranta del Novecento in una sede più ampia, l’ex convento dei Celestini, nell’omonima piazza, conserva circa 38 km lineari di documentazione: si tratta delle carte prodotte dagli organi di governo della Città dal Medioevo fino alla caduta dell’antico regime (1796) e, per le epoche successive, di quelle degli uffici periferici dello Stato pontificio prima e dello Stato italiano poi, fino ai giorni nostri, con la documentazione degli uffici giudiziari relativa agli episodi di terrorismo e di stragi. Insieme ad essa, si conservano numerosi altri archivi, pubblici, privati ed ecclesiastici, a partire dal X secolo.

Una grande ricchezza che ci parla del nostro passato ma che ci ricorda anche le radici profonde del nostro presente. Un luogo vivo, dove si conservano e si rendono accessibili le testimonianze di quello che siamo stati e che siamo oggi.

L’archivio fuori dall’Archivio
Obiettivo di queste celebrazioni è far conoscere l’Archivio di Stato di Bologna a un pubblico più ampio di quello che già abitualmente lo frequenta e farlo diventare un punto di riferimento per la vita culturale della Città. L'idea è quella di portare l’Archivio fuori dall’archivio, farlo scoprire, mostrando a tutti i cittadini di Bologna il luogo in cui si conservano la memoria stessa della città e le fonti della sua lunga storia.

Per raggiungere tale obiettivo, è stato pensato un calendario ricco e diversificato di eventi che si svolgeranno per un anno intero a partire dalla primavera 2024: spazi ritrovati da condividere, linguaggi innovativi di comunicazione del patrimonio, con un’attenzione speciale ai più giovani.

Le diverse iniziative saranno accomunate e contraddistinte dal nuovo logo dell’Archivio di Stato di Bologna, appositamente creato in occasione di questo anniversario e ispirato all’immagine del chiostro, che di queste celebrazioni sarà il fulcro.

Le iniziative in programma
Le celebrazioni si apriranno il giorno 19 aprile con un incontro di studio dedicato a Giuseppe Massarenti e al progetto Art bonus “Adotta un sovversivo!”, lanciato dall’Archivio di Stato di Bologna nel 2021.

L’iniziativa ha l’obiettivo di presentare alla cittadinanza l’intervento di restauro e digitalizzazione del fascicolo di Giuseppe Massarenti, conservato presso l’Archivio di Stato di Bologna nella serie Persone pericolose per la sicurezza dello Stato prodotta dalla Questura di Bologna. L’intervento, realizzato attraverso un progetto Art bonus lanciato dall’Archivio di Stato di Bologna, è stato sostenuto da Farmacia Cooperativa di Bologna, che ha “adottato” il fascicolo del farmacista e pioniere delle lotte sindacali di inizio ‘900, diventandone mecenate.

Al progetto di crowdfunding realizzato dall’Archivio di Stato, con l’obiettivo di restaurare e digitalizzare i fascicoli dei cosiddetti Sovversivi, è dedicata anche la seconda iniziativa in programma per queste celebrazioni.

Il 7 maggio verrà infatti inaugurata la mostra del fotografo Michele Lapini, allestita nel chiostro dei Celestini. Lapini parte dal progetto di raccolta fondi ma il suo sguardo va oltre, per mostrare al pubblico cosa accade dietro le quinte di un istituto culturale come l’Archivio di Stato, il cui mandato istituzionale è quello di conservare e di valorizzare le fonti della storia, per renderle fruibili e sottrarle all’oblio, divenendo il presidio della memoria di una comunità.

Nell’ottica di coinvolgere fasce di pubblico più giovani, che non frequentano abitualmente l’Archivio, sabato 11 maggio verrà messo in scena lo spettacolo Il conte ladro, in collaborazione con “Burattini a Bologna”, Associazione collegata alle maggiori compagnie di teatro di figura del territorio, che da anni si occupa della valorizzazione e della diffusione della cultura del burattino bolognese collegato al patrimonio artistico e monumentale di Bologna e provincia.

Lo spettacolo, tratto da un testo ottocentesco di Anacleto Casalini, conservato presso la Biblioteca dell’Archiginnasio, ripercorre la vicenda di un clamoroso furto ai danni del Monte di Pietà, realizzato nella notte fra il 25 e il 26 gennaio 1789 ad opera di Girolamo Lucchini, alias il conte ladro.

Al medesimo obiettivo di coinvolgimento di un pubblico di giovani e giovanissimi risponde l’iniziativa di pubblicare una guida dell’Archivio per bambini e ragazzi, che sarà realizzata in collaborazione con la scrittrice Valentina Misgur e l’illustratrice Eleonora Castagna.

Nei mesi di giugno e luglio, mentre la vicina piazza Maggiore ospiterà il consueto appuntamento con la rassegna cinematografica estiva della Fondazione Cineteca di Bologna “Sotto le stelle del Cinema”, il chiostro dei Celestini ospiterà iniziative espositive realizzate in collaborazione con la stessa Fondazione.

Per i mesi di settembre e ottobre, in occasione della candidatura del Liber Paradisus al Registro della memoria del mondo dell’Unesco, lo spazio del Chiostro ospiterà una mostra immersiva che condurrà il pubblico alla scoperta del Liber, il documento con cui nel 1257 il Comune decretava la fine della schiavitù nel territorio, raccogliendo in un unico registro i nomi di tutti i servi riscattati e dei loro ex padroni. Il percorso dell’allestimento partirà dalla piazza dei Celestini, prospiciente all’ingresso monumentale dell’Archivio di Stato, con un'installazione sonora attiva tutto il giorno; poi, al calar del buio, apparirà sulla facciata dell’Archivio un segno grafico tratto dal Liber Paradisus, a contrassegnare anche visivamente l’esterno dell’Archivio di Stato.

Nel mese di novembre l’Archivio ospiterà uno spettacolo teatrale itinerante, realizzato ad hoc in collaborazione con l’associazione culturale ArchivioZeta. Attori della compagnia, insieme al pubblico, si sposteranno negli spazi dell’archivio – anche in quelli solitamente riservati al personale, come i depositi – per raccontare le storie che esso custodisce e farne uno spazio vivo e condiviso di memoria.

Nel corso dell’anno, sarà inoltre garantita l’apertura, attraverso visite guidate condotte da operatori specializzati, di un altro spazio che l’Archivio intende restituire alla Città: la casa torre dei Catalani. Costruita nel XIII secolo e inglobata nel XVI secolo nel trecentesco complesso del convento dei monaci Celestini di S. Giovanni Battista, in seguito delle soppressioni del 1797 fu demanializzata e venduta a privati, fino a quando nel 1971 divenne parte della sede dell’Archivio di Stato di Bologna, trasferitosi nella parte del convento dei Celestini già nel 1940.